15 Aprile 2014

San Tommaso ad Ortona

Prove della Presenza dell’Apostolo Tommaso a Ortona

Ad oggi esistono quattro prove della presenza dell’Apostolo in Ortona:

1 la pietra tombale, è riconducibile all’arte siro-mesopotamica, in pietra calcedonio. In essa è raffigurata una immagine a mezzo busto di uomo nimbato e benedicente con ai lati una scritta in caratteri greci onciali (o osios thomas, cioè san Tommaso. Va precisato che il termine osios era usato con il significato di santo solo nei primissimi secoli del Cristianesimo). Nella parte inferiore della lapide, poi, si aprono due fori di diversa dimensione come quelli presenti nelle tombe dei martiri, sempre dei primi secoli, e di san Paolo, per le reliquie da contatto e per le libagioni.

2 la pergamena del 1259, conservata presso la biblioteca diocesana di Ortona, venne redatta a Bari dal giudice ai contratti G. Pavone, alla presenza di cinque testimoni. Un’altra pergamena dello stesso notaio, datata 1261 e riportata in un Codice barese, dimostra l’autenticità del documento, oltre la scrittura minuscola cancelleresca, le abbreviazioni ed altri elementi caratteristici del tempo storico di riferimento; 

3 la ricognizione scientifica del 1984 ha accertato che il corpo venerato in Ortona appartiene ad un soggetto longitipo, con ossatura gracile, di aspetto minuto con statura di 160 o 170 centimetri, di età scheletrica alla morte compresa tra i 50 e i 70 anni, affetto da una forma particolare di spondiloartrite anchilopoietica con localizzazioni anche alle piccole articolazioni delle mani, portatore di un piccolo osteoma del cranio in regione frontale e di ossa soprannumerarie lungo una delle suture della volta cranica. Detto individuo mostra le tracce di una frattura dell’osso zigomatico destro provocata da un affilato fendente poco prima o poco dopo il decesso;

4 La reliquia di San Tommaso apostolo conservata a Bari è un osso radio sinistro, mancante nel corpo di Ortona, complementare e compatibile con lo stesso corpo. Il Cronicon barese chiarisce che un vescovo francese, cugino di Baldovino di Le Bourg signore di Edessa, nel 1102, di ritorno dalla Terra Santa e da Edessa, lasciò a Bari, presso la basilica di San Nicola, la reliquia di san Tommaso Apostolo.

INDULGENZA PLENARIA E PERDONO

Dal 6 settembre 1258, data dell’arrivo in Ortona delle Ossa dell’apostolo Tommaso, la storia del popolo ortonese si identifica con la vita che ruota intorno alla Tomba di san Tommaso. La notizia della presenza del corpo dell’Apostolo si diffonde rapidamente, i pellegrini affluiscono per rivolgersi a Lui, la Chiesa locale si fa promotrice di varie iniziative, i pontefici gratificano i fedeli con la concessione delle indulgenze.
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Innocenzo VI ( 1359- 1362) per primo concesse l’indulgenza plenaria ai fedeli che avrebbero visitato la tomba dell’Apostolo in Ortona e pregato su di essa il giorno 6 settembre di ogni anno. Bonifacio IX la confermò nel 1399, rendendola analoga a quella concessa da Celestino V alla Chiesa aquilana.

Il 5 luglio 1479, il papa Sisto IV con la Bolla Pastoris aeterni, scritta su pergamena e conservata nella biblioteca diocesana di Ortona, non solo rinnovò l’indulgenza, che peraltro era già stata concessa in perpetuo, ma autorizzò il trasferimento del giorno per lucrarla, dal 6 settembre, anniversario della traslazione delle reliquie dell’Apostolo, alla prima domenica di maggio. In tal modo veniva incontro al desiderio degli ortonesi, secondo i quali, i forestieri a maggio avrebbero più facilmente potuto raggiungere la città, pregare sulla tomba dell’Apostolo e ricevere l’indulgenza. Secondo alcuni storiografi locali, la richiesta degli ortonesi sarebbe stata motivata dalla volontà di abbinare la festa del Perdono con le fiere di maggio.
Gregorio XIII, il 13 settembre 1575, cinque anni dopo la restituzione del vescovado ad Ortona, con un “breve” confermò l’indulgenza concessa da Sisto IV per la prima domenica di maggio. Clemente VIII, nel breve del 4 marzo 1596, fissa due giorni per lucrare l’indulgenza: il 15 agosto e il 21 dicembre, festa liturgica di san Tommaso.

Nel Settecento, il vescovo di Ortona, monsignor Marcantonio Amalfitani si rivolge al papa Benedetto XIV per chiedere la proroga della concessione dell’indulgenza al lunedì e martedì successivi alla prima domenica di maggio. Benedetto XIV, con il breve del 14 aprile 1742, accolse la proposta e confermò in perpetuo il privilegio dell’indulgenza plenaria preesistente. Pertanto fissò il 21 dicembre, festa liturgica dell’apostolo, la prima domenica di maggio più il lunedì e il martedì successivi.

L’ultima bolla pontificia è del 2 settembre 1949, emessa da Pio XII. Con essa il pontefice concede una triplice indulgenza, da acquisire una sola volta l’anno per se stessi e come suffragio per i defunti: la prima domenica di maggio più i due giorni successivi, il 6 settembre e il 21 dicembre. Nella bolla il papa non solo parla della prese delle ossa dell’Apostolo in Ortona, ma accenna anche alle luttuose vicende della guerra, Infatti monsignor Pietro Tesauri, arcivescovo di di Lanciano e amministratore perpetuo di Ortona, in due lettere, aveva riferito la situazione delle due città colpite dalla guerra. La popolazione era esausta. Aveva sofferto la fame, il freddo, la distruzione delle case e delle chiese. 
Tutti documenti sono conservati presso la biblioteca diocesana di Ortona.


Nel 2008 in occasione del giubileo sacerdotale ,il pontefice Benedetto XVI, in una lettera diretta all’arcivescovo di Lanciano- Ortona, monsignor Carlo Ghidelli, scrive: tu custodisci le reliquie di san Tommaso Apostolo…

In ultimo il 9 giugno 2013 papa Francesco dalla finestra in Piazza S. Pietro, nel porge i suoi ringraziamenti ai pellegrini del Cammino di S. Tommaso dice:

“Saluto i pellegrini di Ortona, dove si venerano le spoglie dell’Apostolo Tommaso, i quali hanno realizzato un Cammino da ‘Tommaso a Pietro’. Grazie”

La Cattedrale: 

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il sito internet della cattedrale: www.tommasoapostolo.it