Le Porte Sante del Cammino di San Tommaso

Un filo. Un cammino è un filo… che unisce la casa di ognuno di noi alla meta bramata dal nostro cuore e dal nostro spirito. L’arrivo è sempre un luogo con un potere speciale, mistico e misterioso, grazie ai grandi uomini che vi hanno vissuto o ai milioni di spiriti che, frequentandolo, lo hanno impregnato di speranze, promesse, pensieri, desideri e preghiere. Un filo… fatto di perle, una per ogni tappa, diventate a loro volta parte integrante della meta stessa. Per seguirne la traccia, i pellegrini hanno battuto il tracciato con i loro piedi, spianando boschi, estirpando praterie, frantumando sassi e riempiendo fiumi con il loro semplice passaggio… ripetuto, costante, fiducioso. E piedi hanno incontrato altri piedi che cercavano la stessa meta facendo il viaggio casualmente insieme, metafora della vita di tutti gli uomini… tutti sulla stessa strada, con le stesse speranze e desideri e gli stessi dolori da condividere.

Il Cammino di San Tommaso è giovane ma è speciale… non è un filo e le sue perle non sono disposte in linea retta… è bensì una collana, un percorso circolare che puoi percorrere in entrambi i versi, da Pietro a Tommaso e da Tommaso a Pietro. Secondo il tuo sentire, secondo il tuo animo, secondo la tua ispirazione… è un incontro tra due apostoli, un abbraccio in contemporanea, una strada senza inizio o fine tutta volta all’incontro: tra noi e la nostra anima, tra anime e cuori diversi, tra fede e volontà. Quest’anno, per la prima volta, il Cammino di San Tommaso entra nel Giubileo… e il suo filo circolare diventa aureo ed alle perle si aggiungono rubini. Pietre preziose che troverai agli arrivi-partenze e lungo il percorso… sono le nove porte Sante che incontrerai sul nostro Cammino, una dietro l’altra in un tragitto di purificazione assoluto. Camminando ed attraversandole ogni giorno crescerai ed ogni sera sarai diverso… migliore.

Ecco le nove porte del Cammino di San Tommaso:

porte sante cammino pleens

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BASILICA DI SAN PIETRO – ROMA

 1069831_330556703742837_795234731_nIl centro della Cristianità e la più grande chiesa del mondo, dove il rito della Porta Santa esprime simbolicamente il concetto di offrire ai fedeli, durante il Giubileo, un “percorso straordinario” verso la salvezza. In essa storicamente si trova la Porta Santa, onore che quest’anno Papa Francesco ha deciso di dare anche ad altre cattedrali e chiese. La sua costruzione è iniziata nel 1506 e terminata nel 1626, mentre la meravigliosa piazza è stata completata nel 1667. Sull’area anticamente sorgeva una basilica risalente al IV secolo dove venne sepolto San Pietro, il primo degli Apostoli di Gesù. Tutti i più grandi artisti dal Rinascimento in poi ne hanno abbellito le stanze con le loro opere d’arte. Nella cappella di San Pietro solitamente si celebra la Santa Messa di partenza del Cammino di San Tommaso. Da qui parte e arriva il nostro incontro tra Pietro e Tommaso.

CATTEDRALE DI SAN PANCRAZIO – ALBANO LAZIALE 

San PancrazioUn giorno di cammino si incontra la seconda Porta Santa. Si tratta della Cattedrale di San Pancrazio Martire (anticamente di San Giovanni Battista o dei Santissimi Pancrazio e Bonaventura) di Albano Laziale, nei Castelli Romani. Qui probabilmente il cristianesimo fu annunciato da San Pietro in persona e numerose catacombe cristiane si trovano nell’area. La basilica paleocristiana è molto più antica dell’attuale basilica di San Pietro, essendo stata edificata nel 313. La facciata odierna risale al 1720 mentre l’interno è stato restaurato tra metà ‘800 ed il primo decennio del ‘900. Nel 1865 papa Pio IX la elevò alla dignità di basilica minore ed altri pontefici l’hanno visitata, come Paolo VI e Giovanni Paolo II. Nella cattedrale è conservato un pregevole sarcofago marmoreo paleocristiano, con figura di orante centrale.

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO – GENAZZANO

santuarioUna tappa di riflessione ed il 3° giorno del cammino il pellegrino può attraversare una nuova Porta Santa, quella della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano. Il santuario diventa famoso nella seconda metà del ‘400: una terziaria agostiniana successivamente divenuta beata, spese tutti i suoi beni per restaurare l’originale chiesa che era in rovina. I suoi beni non erano sufficienti per terminare il lavoro e gli abitanti di Genazzano la deridevano. Lei tuttavia rimase tranquilla, dicendo loro che la Beata Vergine e S. Agostino avrebbero terminato i lavori. Un anno dopo i turchi ottomani invasero l’Albania ed assediarono la città di Scutari: quel giorno un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino si staccò miracolosamente da un muro della locale basilica ed iniziò a volare sorretta da angeli. Attraversò l’Adriatico ed il 25 aprile 1467 si posò sulla chiesa genazzanese in restauro. La notizia del miracolo si diffonde ed arrivano pellegrinaggi da tutta Italia e, grazie a miracoli e guarigioni miracolose, vengono fatte molte elemosine che permettono di terminare il restauro ed addirittura costruire un convento. Il 17 marzo 1903 papa Leone XIII elevò il santuario alla dignità di basilica minore. Della primitiva chiesa resta solo il portale scolpito in marmo bianco, che reca nel timpano un bassorilievo raffigurando la Vergine con il Bambino portati dagli angeli sopra le nubi. L’attuale Santuario fu costruito nel 1629, incorporando la primitiva chiesa e quella restaurata 1467-1470. All’interno la chiesa è di tre navate, con ampio presbiterio, altare maggiore di tipo monumentale e coro ligneo. Nell’edificio, oltre all’immagine della Madonna del Buon Consiglio, è custodita una spada piegata e miracolosa: si narra che nel 1549 un soldato, dopo aver perduto tutto il denaro al gioco, entrò in chiesa e colpi un affresco di Gesù Crocifisso con una spada. L’oggetto versò miracolosamente molto sangue ed in seguito, quando i Colonna tentarono di raddrizzare l’arma, questa, una volta riforgiata, si piegò nuovamente.

MONASTERO DEL SACRO SPECO E DI SANTA SCOLASTICA – SUBIACO 

scolasticaIl 4° giorno del Cammino di San Tommaso ben due Porte Sante attendono il pellegrino. Il primo di essi è nel monastero di Santa Scolastica, fondato da San Benedetto da Norcia e con le fondazioni risalente ad un edificio della vicina villa di Nerone. Devastata dai saraceni nel IX secolo, venne restaurata e consacrata da papa Benedetto VII nel 980: il suo campanile fu eretto nel 1052 e subito dopo venne realizzato il chiostro cosmatesco. Tra il X secolo e il XIII secolo il monastero acquistò grandi beni grazie alle donazioni di sovrani ed ecclesiastici, divenendo uno dei feudi più potenti dello Stato pontificio. Molto personaggi famosi ebbero l’onore di essere abati di questo monastero che venne bombardato durante la seconda guerra mondiale e quindi restaurato.

12274181_766259540184489_2152849699715548046_nLa seconda porta Santa si trova nel monastero di San Benedetto o “del Sacro Speco”. Il monastero si erge nella curvatura di una immensa parete di roccia ed è sorretto da nove alte arcate, in parte ogivali. L’interno, complicato labirinto di ambienti, chiesette, cappelle, talvolta ricavate dalla roccia, è ricoperto da una preziosa decorazione a fresco di varie epoche, tra cui il prezioso ritratto di San Francesco (che venne ospitato nel monastero) realizzato tre anni prima della morte del Santo.

SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’ORIENTE – TAGLIACOZZO 

OrienteAl 6° giorno del Cammino si arriva alla sesta porta santa sul tragitto, quella della Madonna dell’Oriente a Tagliacozzo. Il nostro percorso passa proprio vicino alla chiesa, edificata nella prima metà del XIII secolo. Nel 1500 il santuario era già meta di pellegrinaggio e nel 1896 si insediarono nel complesso i frati minori: il loro convento viene ultimato nel 1910. Il terremoto del 1915 danneggiò la chiesa tanto da richiederne la puntellatura ma questo non impedì ai fedeli di continuare a frequentarla numerosi. Nel 1932 venne restaurata definitivamente e nel 1946 vennero realizzati i dipinti della navata e della cupola. In alcuni locali del convento e ospitato il Museo, in cui sono raccolti oggetti disparati molto interessanti: decine di ex voto dal XVII secolo al 1950 circa; reperti archeologici orientali (palestinesi, siriani, egiziani); libri sacri in varie lingue; monete d’ogni epoca e nazione; ecc. La gemma del Santuario è un’antica tavola in pietra di epoca bizantina appartenente al tipo della Madonna Odeghetria (conduttrice, che indica la via)… una ulteriore protezione per i pellegrini del Cammino di San Tommaso!

SANTUARIO DEL BEATO NUNZIO – PESCOSANSONESCO 

beato nunzioAll’ 11° giorno di Cammino si entra nella provincia di Pescara e si ha l’occasione di attraversare la settima Porta Santa, quella del Santuario del Beato Nunzio di Pescosansonesco. L’edificio di culto è dedicato a un ragazzo del luogo nato nel 1817, orfano di entrambi i genitori, allevato da uno zio che, nonostante la gracile costituzione del nipote, volle avviarlo al duro mestiere di fabbro. In seguito alle privazioni e ad un infortunio alla caviglia, Nunzio si ammalò di carie ossea e il suo piede fu ricoperto da una piaga inguaribile. Il giovane si recava a lavare la ferita presso la locale fontana di Riparossa ma i paesani lo scacciavano temendo che potesse infettare l’acqua. Viene infine accolto da uno zio militare ed a Napoli riceve le cure mediche, sopportando però atroci sofferenze fisiche… i napoletani, tra cui si era sparsa la voce della cristiana rassegnazione con cui il giovane accettava la malattia e la profonda devozione che riservava alla Madonna lo consideravano Santo già alla sua morte, avvenuta il 5 maggio 1836. La comunità di Pescosansonesco erige un santuario per conservare le sue reliquie presso la fonte miracolosa di Riparossa e Nunzio nel 1963 viene proclamato venerabile dalla Chiesa. Il giovane è considerato protettore degli invalidi e delle vittime del lavoro ed il suo santuario è il più frequentato della valle del Pescara.

SANTUARIO DEL VOLTO SANTO – MANOPPELLO 

Porta Santa ManoppelloIl giorno dopo si arriva alla ottava Porta Santa sul Cammino di San Tommaso ovvero al Santuario del Volto Santo di Manoppello. Qui, oltre al passaggio dell’ingresso che garantisce l’indulgenza, qualcosa di veramente unico attende il pellegrino: un tenue velo che ritrae l’immagine di un viso maschile con capelli lunghi e barba…ritenuto essere quello di Cristo. L’immagine non è disegnata ne dipinta da mano umana ed è visibile da ambedue le parti. La reliquia arrivò nella cittadina nel 1506 e donata ad un cittadino del posto. Nel 1638 la famiglia dell’uomo la fece conservare in cornice e la donò ai cappuccini del locale convento. Sempre più studiosi ritengono che si tratti del sudario originale poggiato sul volto di Gesù nel sepolcro anche in considerazione del fatto che l’immagine è perfettamente sovrapponibile al volto della Sacra Sindone (unica differenza, in quest’ultima bocca ed occhi sono chiusi). L’originale velo della Veronica era posto nell’antica Basilica di San Pietro in Vaticano già nell’Anno Santo del 1300 e lo stesso Dante ne parla nella Divina Commedia… l’importante reliquia venne in seguito effettivamente rubata tra XVI e XVII secolo e tutto fa pensare che sia giunta a Manoppello. Nel 2006 Papa Benedetto XVI si è recato in visita al santuario per venerare l’immagine: non si è pronunciato sul fatto che potesse trattarsi della Veronica, ma dopo tale visita il pontefice ha innalzato il santuario a Basilica minore.

CATTEDRALE DI SAN TOMMASO – ORTONA 

1888551_420950938036746_445667949_nAlla fine del Cammino si arriva al mare, così come dal mare è arrivato il corpo reliquiario che ci aspetta oltre l’ultima Porta Santa del nostro viaggio: San Tommaso apostolo. La cattedrale di Ortona fu costruita su un antico tempio romano e distrutta dai normanni, dai terremoti, dai turchi, dai napoleonici e dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: tuttavia è sempre stata ricostruita e dal 1258 custodisce il corpo dell’apostolo Tommaso, giunta ad Ortona insieme alla pietra tombale dall’isola greca di Chios per merito della flotta ortonese. Le sacre reliquie fortunatamente hanno resistito a tutte le razzie e calamità, conservate spesso con eroismo dai cittadini di Ortona ed oggi si trovano conservate in un busto reliquiario d’argento. Riguardo all’edificio sacro, esso presenta uno schema longitudinale che prende a modello le grandi basiliche pugliesi del primi decenni del ‘200. La facciata è stata ricostruita invece nel 1947 dopo la distruzione da parte dei tedeschi della facciata settecentesca con mezza cupola e il porticato a nove colonne del trecento. Rimase integro solo il portale secondario dell’epoca sveva ed all’interno la sagrestia antica a sinistra dell’altare maggiore: l’urna di rame dorato e la lapide tombale di San Tommaso si trovano invece nella cripta. Tra le innumerevoli opere d’arte dell’edificio meritano una menzione le opere ceramiche di Tommaso Cascella ed annesso alla cattedrale si trova il Museo Diocesano. La cattedrale di Ortona è state proclamata basilica minore nel 1859 da papa Pio IX: la prima domenica di maggio, detta “il Perdono”, attraversandone l’ingresso si riceve l’indulgenza plenaria per concessione papale.

di Marco Pantalone 

Presidente Associazione “Sancti Martini”